mercoledì 3 agosto 2011

Noi attraversiamo l'infinito e ad ogni passo, ad ogni traccia.. ci troviamo faccia a faccia con l'eterno. tagore



salendo verso plan borgno
VDA valsavaranche
un anno fa..
nei ricordi vividissimo...

 

stasera leggo qs frase di tagore e ci vedo dentro tanto di quella sensazione di incontro con l'infinito che mi prende ogni vlt che mi ritrovo su o in mezzo o tra quei lembi di terra, prato o roccia che davvero hanno il potere di portare i miei passi a un passo dalla linea del cielo.
cercherò di portarvi nell'incantevole pezzo di monte dove son stata una domenica di un anno fa, in compagnia di un'amica.
sono andata a ripescare questa cronaca di monte leggendo la frase di tagore, e magari qua, in questo novello blog, ci sta bene per renderlo un pò più farcito ;) e per l'idea di condividere emozioni di montagna.

torno a un anno fa e racconto:

Partite, non prestissimo, ma davvero con una bellissima luce ad inondarci gli occhi (la luce strepitosa del cielo del mattino quando è serenissimo), ci troviamo su per le curve della valsavara.
Le pareti di roccia intorno alla strada cadono perfette, come colorate di un giallo-biondo lucente, giù nel torrente cristallino e spumoso del savara...
Qua è là macchie di verde, i boschetti arrampicati sulle rocce e qualche sentinella solitaria che ha tutta l'aria di essere un larice, col suo ostinato e fiero star attaccato saldo all'amica terra...
il concetto di equilibrio e vertigine, guardando lui, in genere mette molto in crisi il mio ..
Sopra di noi da quel cielo azzurro pulito, che da tantissimi giorni nn si vedeva in Valle, piove letteralmente luce ...calda, pura, fine!!
Siamo al parcheggio di Pont ..un delirio di ferro e pneumatici, che mi fa temere la coda su per il sentiero, almeno nella prima parte che coincide con le mete più frequentate della zona.
ma no.... il boschetto freschissimo e verdissimo di alberi si deve esser inghiottito già i primi trekkers; a me e alla mia amica non resta che salire su questa selciata romana, stupendoci pian piano sempre più della cascata e del torrente, con le sue polle d'acqua trasparente e apparentemente ferma, che scorre a fianco a noi..
Ci sentiamo già in Paradiso, mentre con la coda dell'occhio scorgo, sul versante opposto della valle, un piccolo pezzo di monte come glassato di ghiaccio bianco e lucente sotto i raggi del sole...
saliamo tra cenge di rocce e quell'iniziale panettoncino di ghiaccio si apre e muta forma ad ogni ns passo e si delinea per quello che è...
IL GRANPA...
così nitido e bianco sotto l'azzurro del cielo, da lasciare senza parole..

l'aria è così pulita che la sensazione di allungare la mano e toccarlo è davvero netta...
Arriviamo al punto panoramico della Croce di (A)Roley..
Lui è là !
oramai non occorre più alzare troppo gli occhi per vederlo...
è davanti proprio.
solenne ad allargare il cuore...

 
ci sembra vicinissimo già ora, ignare di quel che sarà più su..


Da qui la nostra strada si divide da quella della maggior parte dei camminatori della domenica che sono già in marcia verso il verde e dolce pianoro del Nivolet, incantevole col suo serpentone d'acqua che lo attraversa.
Cercando il ponte (per attraversar il torrente cm ci dice la relazione) camminiamo un bel pò per qs pianoro impazzite come bambine, scorgendo in ogni corsa d'acqua e lenta cascatella una piscina naturale dove immergerci..
è tanta la tentazione di stendersi su quella morbida distesa di prato e rocce intorno al corso d'acqua e finir lì la gita a bearsi di sole e aria fresca...
ma resistiamo e troviamo il secondo ponte (essendoci perse il primo, distratte da cotanto eden) per iniziar la ns salita verso il cielo davvero...
piano piano tra sassi e sotto pareti di roccia su cui scivola, senza foga nè salti, una lunghissima e lenta cascata iniziamo a salire.. Lei scivola delicata giù, noi zompettiamo tra sassi su, attraversando un vero capolavoro dell'architettura dell'Alpe: i resti dell'alpeggio Turin, assolutamente inglobato nella roccia sottostante e sovrastante..
Da lontano quasi si fatica a capire cosa sia casa e cosa montagna..


alpeggio basso di turin

Ovunque rumore d'acqua, che accompagna il respiro, le parole e i sassi smossi del sentiero che sale stretto su per la parete, di fianco alla lemme cascata, donandoci un panorama aperto su ogni lato e sempre più ad altezza Granpa (sebben gli siamo oramai quasi di schiena)..
Il bianco sberluccicante ed uniforme del ghiacciao di qualche ora prima, adesso grazie a un nuovo batter della luce, si è come trasformato; riusciamo persino a vedere le fratture e le concrezioni del ghiaccio grigio.
Lui è sull'altro lato della valle ma sembra lì dalla nostra parte!!!
Saliamo, fa caldo ma ci accompagna sempre un vento fresco delizioso e salvifico..
Saliamo, e davvero è cm conquistare un piano dietro l'altro di questa parete che ci separa dalla ns meta. Ogni tanto ci sembra che sopra di noi nn ci sia più niente, se non cielo, ed invece si apre un altro pezzo di sentiero da salire...
finalmente spunta il casotto del guardiaparco...
ci siamo; dalla relazione che abbiamo con noi pare oramai davvero che ci siamo..
lancio un ultimo sguardo, sentendomi altissima sulla pianura del Nivolet e mi illudo di arrivar con lo sguardo fino in Piemonte; là, fino a quel mio ricordo vivissimo custodito in fondo in fondo al cuore.. che è Ceresole.
Ancora pochi passi e abbastanza in piano (forse stiam davvero danzando con gli scarponcini sul tetto del mondo..)
.. ed ecco spunta l'alpe di Plan Borgno...
maestosa, solenne con le sue quattro costruzioni assolutamente diverse l'una dall'altra..
Quella col tetto a volta e il camino che a me sembra di latta, e con quell'anta vecchia scrostata di una finestra che si muove al vento che ci giurerei esser di larice, quella è la mia casa !! ;)


casa mia .... ;)

poco sotto c'è una fontana e un tetto gigantesco dell'altro edificio (la stalla?) che parte da terra, che dico parte dal prato..
La facciata immensa, vista di profilo, pare davvero essersi arretrata davanti a una raffica di vento, o forse proprio al cospetto del granparadiso, appoggiandosi sul mucchio di terra e prato dietro..
buffissima, sembra un fumetto!!
lascio andar avanti la mia amica...
Qualche metro sotto, nella conca dei monti, so che c'è ancora un piccolo gioiello e il suo apparire me lo voglio godere da sola..
pochissimi passi e sotto di me, in un bello e perfetto anfiteatro di rocce, si apre un laghetto color grigio lapislazzulo, limaccioso, fermo, freddo al solo sguardo, in cui il Granpa alle mie spalle e il monte che ho di fronte, fatto a vela e di cui nn conosco il nome, sembrano salutarsi.


laghetto subito sopra l'alpeggio superiore di plan borgno
Siamo solo io e la mia amica..
il silenzio,
la roccia e il verde della costa di monte davanti
la morbidezza di tutto il prato intorno
e un pezzo di ghiacciao (mi sembra) sul lato sx del lago, di cui nn son riuscita a trovar il nome :(
incanto, pace, e la rilassante sensazione di sentirmi, lì in quella conca di terra e acqua, come accolta amorevolmente nel palmo della mano di un gigante buono..
forse Dio, quello che nn sta nei libri di carta, ma in quelli di pietra e di roccia cm ho sempre pensato io...
Al solito un gran bel giorno tra monti...

DETTAGLIO ITINERARIO:





1 commento:

  1. ho provato a fare un commento...ma credo sia andato perduto..peccato!ù
    caterina
    provo a rifarlo...
    ma non riesce mai uguale!
    Mi hai fatto sognar di morbide linee dell'orizzonte e lapislazzuli solitari nel grande immenso recipiente di rocce e larici...grazie!

    RispondiElimina

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