domenica 14 agosto 2011

la mia tenda..

13 AGOSTO 2011
LILLAZ-LAGHI MISERINO
24 KM
2250MT DISLIV + --

Partire dal luogo dove si è sempre vissuti per venir a vivere in uno completamente ignoto, non portandosi dietro nessun mobile proprio, oggetto, quasi nessun libro, ma giusto gli abiti, molta musica e una tenda, secondo me la dice lunga sul concetto di radici..

ma questo è un discorso lungo, impegnativo quasi come affrontare un 4000 (mt).. e allora parlerò solo dell'irresistibile voglia di piantar due picchetti che mi ha assalito sabato durante la gita ai laghi Miserino, nella Val di Cogne.

Sabato mattina la partenza è davvero confusa.
Siamo in quattro e quattro (quasi) sono gli orari di arrivo all'appuntamento; quattro le mete proposte...
Una di quelle volte in cui parti un pò storto, con una parte di cervello che pensa: era meglio se mi organizzavo da sola e l'altra che suggerisce: tranquilla, sarà comunque un buon dì di monti.. Evita le polemiche e goditi la giornata.

Alla fine la meta è decisa: laghi Miserino.
Parto lasciandomi guidare da quel che è arrivato senza neanche guardar la carta.. tanto che, solo dopo una mezzoretta di sentiero, comincio a chiedere info sul lato di monte che percorreremo, una volta superato il bivio sull'itinerario che conosco.

La partenza da Lillaz su per il sentiero che va a Bardoney ci vede di passo bello allegro, ma secondo me è per il fatto che quel sentiero ci è abbastanza noto ed ha la caratteristica, per quanto corto e ameno, di non finir mai..
Così falcate in cerca di una strada davvero nuova per tutte e 4!!

Alle paline, che in genere ci portano ai casolari del Bardoney, procediamo invece per l'alta via n. 2 in direzione Fenetre de Champorcher. Qui, dopo una ventina di minuti, si profila il valllone-scempio per i tralicci dell'alta tensione.
Nessuno osa dir molto, ma siamo ben lontani dai paesaggi incontaminati, selvaggi e semplici che tanto cerchiamo.
Non ci sono neanche più i coreografici funghetti del bosco.
Tutto è piuttosto brullo, nonostante il torrente che attraversa la valle e che insieme al venticello fa il suo bel canto.
Si va comunque avanti, cercando di prender il buono di una giornata di sole, comunque abbastanza fresca;
il buono della vista di fianchi di montagne che, se da un lato scendono morbidi di color tra il verde e il marrone-terra, decorati da ombre di nuvole,


dall'altro si mostrano davvero severi, precipitati come sono in massi e frane che rilucono al sole come fossero stagno, per l'elevata presenza di mica.



Il sentiero spiana sempre di più, fino a diventare larga traccia ormai in mezzo ai pascoli coi loro montarozzi di erba dietro i quali, essendo già un pò che camminiamo, qualcuno immagina esserci la conca del lago.

Io dubito sia così e continuo a tener gli occhi alti sulle rocce scurissime, quasi nere, a destra del tracciato, constatando per l'ennesima volta coi miei compagni che certe rocce hanno facce:



Per lo più profili di facce, forme di giganti di pietra, assopiti in un sonno di ere; quasi sospesi nel tempo come in attesa, senza fretta. Immobili dentro un attimo che mi fa sempre pensare che i monti possan raccontare di storie e personaggi mitologici, come le antiche leggende.

Continuiamo a salire, tagliando oramai i salti di prato e pascoli, per sentir un pò le gambe lavorare, visto che davvero sembra di esser in una viottola di campagna, oramai da un'oretta abbondante.

Io continuo a guardar la montagna nera e quel volto che ci vedo dentro, a metà tra la maschera funebre e la faccia dell'androide.

Paline segnano orami 20 minuti all'arrivo ai laghi.
La prendiamo sottogamba, data la facile, sebbene lunga salita fatta finora.

Ma mai prendere sottogamba niente: attraversato il torrente tutto muta..
Il paesaggio di prati dal largo tratturo, dagli ampi spazi aperti diventa un serpente che striscia tortuoso tra polvere e sassi e si inerpica bello deciso.
Davanti si staglia una becca appuntita e un pò storta e sul lato dx si apre in lontananza la catena del Bianco..


spunta il Bianco

 

finalmente un sentiero di montagna ;)

C'è ancora una roccia a cui il mio sguardo rimane incollato: sta alla nostra sinistra e si staglia come un'onda imperiosa di lava raffreddatasi.
Son questi gli spettacoli davanti ai quali mi dico che devo prender libri di geologia e simili, per capire cosa possa esser successo nell'attimo in cui la collisione della placca adriatica con il continente europeo chiuse, nella regione centrale del Mediterraneo, la Tetide (braccio di oceano che separava africa europa e asia) dando origine alle Alpi.
Troppo affascinante.
I piedi salgono e gli occhi si godono quel lato di monte che continua a sembrarmi come magma solidificato in bizzarre forme:

Passo dopo passo nell'immaginazione si prefigura la conca morenica che ci svelerà il laghi..
Ma la realtà in montagna spesso supera la fantasia..


primo lago Miserino

ed io, all'apparir del primo e poi del secondo e alla fine del terzo lago, immediatamente sento nascer dentro un desiderio grandissimo di piantar la mia piccola tenda (rimasta ovviamente a casa!!) là.



secondo lago Miserino (pare il mare della sardegna!)

La mia mente è già oltre.. ad immaginar su quelle sponde tanto l'aspettar della fine del giorno con l'accendersi delle stelle e del freddo pungente, quanto il salire delle prime, tenuissime, rosee luci di un'alba di un vero nuovo giorno..
Immagino il silenzio della notte e forse il giro del vento;
il freddo da cui ripararsi dentro un caldo sacco a pelo
e chissà ..magari il rumore di qualche animalino della montagna che là, a un passo da acque cristalline, scendendo per lisci sassoni arriva vicino alla mia verde, silenziosa tenda a brucar dell'erbetta in questo paesaggio stile irlanda.




prati, grandi sassi intorno al terzo lago Miserino
 
C'è l'acqua,
c'è il prato,
i sassi piatti,
le pareti che precipitano nel lago,
il silenzio,
uno spettacolo inenarrabile di nuvole che, spinte dal basso da correnti d'aria, non riescono a superar le pareti della morena, restando al di là dello specchio d'acqua a dissolversi velocissime come fumo in spirali verticali, consentendo al cielo limpido di specchiarsi indisturbato nelle trasparenti acque del lago.




le nuvole provano a passare

c'è esattamente tutto quello che deve esserci perchè di niente io possa sentir la mancanza..
tranne, maledizione, della mia tenda che è rimasta a casa... :)


DETTAGLIO ITINERARIO:




4 commenti:

  1. Beh... Partire col piede sbagliato non vuol mica dire sbagliare... Ricordo Champorcher in ogni su metro di traliccio, ma con un po' di fantasia erano le montagne più belle del mondo. Sicuramente impervie... Ho nostalgia...

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  2. ma perchè non vieni su qs week? con un gruppo si traversa dalla val di rhemes alla valsavara, dormendo in un bel bivacco attrezzato..
    casomai chiama!
    Barbara

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  3. Il racconto di una escursione originalissimo! Brava!

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  4. Ciao Alfio! Che sorpresa vedere che sei venuto fin qua a spulciare il mio blog (abbandonato ormai da tempo) sulle mie escursioni in montagna! Sei il primo di G+ che ha avuto la curiosità! Grazie della visita..

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e chi volesse lasciar la propria traccia, posti qua sotto... ;)